Il cammino, il buon cammino.
Camminando, dicevo, si attraversano gli incredibili e meravigliosi luoghi del creato, dove l’ uomo non ha mancato di collaborare con le sue arti e bellezze architettoniche, meravigliose e incredibili, poetiche e affascinanti.
In più, si è detto, camminiamo mettendo in moto il nostro corpo e dal punto particolarissimo, in media ad altezza 180cm, ruotando lo sguardo, osserviamo strade, piazze, edifici e natura, altra gente muoversi, indaffarata a produrre o meravigliosamente a vivere.
Camminando, in particolare a Napoli, capita in modo frequente di imbattersi in organismi spaziali nei quali, con vera sacralità, si officia al rito della condivisione e del nutrimento, dell’arte e della poesia, del piacere e della semplicità: la pizzeria.
Cosa non è una pizzeria, cosa non è una pizza a Napoli !!!
Immaginate una giornata piena di sole, dalla luminosità greca, si cammina per strada e in lontananza, fuori ad un locale, un raduno di gente in paziente attesa, attesa del proprio turno.
Un po’ di coda e finalmente dentro e, wow, un meraviglioso suono di decine e decine di voci a parlare e mischiarsi con le loro diversità di tono e di senso, di volume e di contenuto, ma nell’ insieme distensivo e rassicurante come il suono del Mare gustato sulla spiaggia.
Da lontano ti accorgi che un gruppo di persone si sta alzando e ancora l’ equilibrio dinamico del locale è turbato da altro via vai, un tavolo si sta liberando.
Come in una maratona gli atleti lasciano il testimone della corsa ad altri atleti, cosi ci si accomoda a tavola, si sceglie il posto dove sedersi ed ognuno meravigliosamente ha un suo criterio e ne sceglie di conseguenza uno, ripeto ognuno il suo e a volte quello che capita, come il lotto, quindi seduti, come in Paradiso, o almeno io cosi la vedo, qualcuno in camice bianco, il cameriere, ci chiede cosa vogliamo ordinare, cosa da bere e quale pizza vogliamo degustare.
E’ una vera esplosione di estasi, ma in verità ancora poco rispetto a quanto dovrà ancora accadere.
Perché è proprio ora che comincia la danza, quando tra una birra ed una cocacola o semplicemente un bicchiere di acqua minerale i commensali cominciano a parlare.
Parlare, dialogare, condividere, il nostro cibo spirituale !!!
Così storie, racconti, chiacchiericcio, melodie dal sapore antico come il mondo circolano nell’ aria, mischiandosi ai profumi del cibo ed il rumore delle stoviglie, al via vai fluente e dinamico dei camerieri che si affannano a servire.
Episodi mitici si incrociano con discorsi sul tempo, amori con quello del parcheggio dell’ auto prima di entrare nel locale, sguardi, incroci di sguardi, quelli di una coppia di innamorati, quelli di cari amici, movimenti di mani che gesticolano, afferrano stoviglie, risate, sorrisi, lamenti, pianti, gioie ed emozioni in un flusso sonoro e indistinto.
Stomaci che brontolano, ecco la fame, quella pallida sensazione che noi nel nostro mondo ricco ed opulento proviamo, lontanissima parente di quella vera, quando il cibo scarseggia o manca, quando si vive, indigenti, in povertà.
Fame dicevo, pur sempre fame che ci ricorda che è tempo di assumere calorie e possibilmente quelle giuste, quando, fumante, ecco, la pizza e la pizza a Napoli è la regina per antonomasia: la Margherita.
Fumante, un disco di pasta in un enorme piatto bianco con pomodoro, mozzarella fusa, olio, formaggio e basilico. Rosso, bianco e verde, come la bandiera italiana, solo a Napoli ripeto solo a Napoli la Margherita è la Margherita, altrove è, seppur ottima, una semplice pizza !!!
Cosi parole si accompagnano al sapore di questo meraviglioso cibo, poetico nella fattura, nella preparazione, nella cottura e nell’ immagine.
A proposito, avete mai visto preparare una Margherita ???
Se non è così dovete assolutamente recarvi in una buona pizzeria qui a Napoli ed osservare la manualità del pizzaiolo o della pizzaiola, l’ addetto alla preparazione della pizza, spesso un vero giocoliere e non scherzo, qui a Napoli, tra i pizzaioli, c’è chi è stato premiato come un vero acrobata !!!
La pizzeria infatti è composta da un locale nel quale si accolgono i clienti e da locali atti alla preparazione del cibo, ed è qui che la fa da padrona il pizzaiolo con il suo bancone ed il suo forno, rigorosamente a legna.
Osservare l’ equilibrismo di un pizzaiolo è assolutamente qualcosa che incanta !!!
Da contenitori di legno estrae la pasta, la pasta, gia dal nome qualcosa che è destinato a cambiar forma e che forma !!!
Mani preziose ed abilissime distendono la pasta e ne fanno una distesa circolare, versano pomodoro, mozzarella, olio, formaggio e basilico con una velocità impressionante e poetico.
Pochi attimi e un addetto al forno scodella la pietanza nel forno rovente di brace e legna arsa, un pò di trucioli a far luce e calore e con abili movimenti rotatori la pizza cuoce, così in pochi attimi esce trasformata lei, la Margherita, pronta per essere servita ai tavoli.
Credetemi, la realtà in questo caso supera la fantasia !!!
Quanta umanità, dicevo, quanti incroci e via vai di storie avvincenti ed intense, da far impallidire quella edulcorata dei romanzi.
Realtà umane svariate e diverse come quella di Domenico, compagno fugace di un pranzo veloce ma non meno intenso, incontrato per caso da Michele, nota e da me consigliata pizzeria del centro di Napoli, come quella degli Amici con i quali ho condiviso molteplici serate in allegria !!!
Ecco, io il Paradiso me lo immagino anche come una bella pizzeria, il che potrebbe essere letto come: quando vado in pizzeria mi sento in Paradiso, fate voi, per me è lo stesso.
Dico solo che la Margherita fa bene alla salute e prolunga la Vita !!!
Se parlassimo in termini semiologici e la semiotica è in modo avvincente legata anche all’ architettura ed al suo linguaggio, quindi anche allo spazio di una pizzeria, riguardo al segno potremmo dire di aver parlato più del significato che del significante, più del suo contenuto, l’ Umanità, che delle strutture materiali che ne definiscono i luoghi, ovvero muri e suppellettili ma ovviamente anche da un punto di vista architettonico, parlando di significante, il regno della Margherita, come in un caleidoscopio, assume innumerevoli varianti, ricche di immaginazione, storia, cultura e fantasia, ma non sto qui ad annoiarvi.
Lascio a voi se volete la possibilità di inoltrarvi nel territorio delle innumerevoli varianti che nella realtà è possibile incontrare.
Concludo solo dicendo che non a caso, la Margherita, porta un nome di una donna, perché come ogni donna anche la Margherita è bella…che dico bella, irrinunciabile anzi…bellissima !!!