Riepilogando la pianta o sezione orizzontale è la generatrice dello spazio ed è un disegno tecnico eseguito rispettando una scala metrica, disegno che crea una corrispondenza con quanto osserviamo nella realtà architettonica, corrispondenza che può essere di natura analitica, il rilievo, o progettuale, l’ idea creativa e le istruzioni che elaboriamo per metterla in atto.
Tuttavia le sezioni non sono solo orizzontali ma ovviamente anche verticali.
Per indagare la realtà architettonica come dato di fatto o per fare un elaborazione meramente creativa in chiave progettuale possiamo servirci quindi di molti strumenti grafici, rappresentando l’ architettura visivamente con un linguaggio oggettivo, il disegno tecnico bidimensionale (piante, prospetti e sezioni) che ci consente di raccontarne e manipolarne il senso.
La sezione verticale infatti non fa altro che osservare questa realtà da un altro punto di vista, quello verticale appunto, inserendo un nuovo parametro all’ interno della nostra analisi, quello dell’ altezza del corpo architettonico rapportato all’ altezza del corpo umano.
Il corpo architettonico, essendo tridimensionale, non si sviluppa solo su di un piano orizzontale per cui basta rappresentarlo in pianta ma si presenta spesso nella realtà con avvincenti e complessi salti di quota dei suoi percorsi interni con altezze delle sue parti che definiscono lo spazio in modo originale e proporzionato al senso con il quale è stato connotato.
Una delle ragioni del disegno di una sezione in un progetto di interni è appunto quello di controllarne e definirne le altezze ed i suoi salti di quota interni. Molto spesso infatti le sezioni indagano proprio gli elementi che guidano il percorso attraverso i corpi scale, controllando ad esempio il rapporto tra alzata e pedata nonché la corrispondenza delle strutture oblique in altezza affinché il corpo umano non trovi degli ostacoli al suo passaggio durante il salto di quota.
Ovviamente non solo i corpi scale ci invitano a disegnare una sezione interna. La presenza di pedane, controsoffitti in cartongesso, l’ altezza dei vani di passaggio e dei vani finestra e la distanza tra i solai sono ad esempio alcuni dei motivi principali di indagine in tal senso.
Da un punto di vista grafico il concetto è lo stesso a quello descritto per le piante, con la differenza della posizione verticale del piano di sezione e quindi degli elementi sezionati e proiettati. Idem dicasi per lo spessore delle linee e della scala metrica di cui abbiamo parlato in precedenza.
Nell’ insieme piante, piante di copertura, prospetti e sezioni per le quali nel caso dell’ architettura di interni parliamo di vere e proprie sezioni prospetto completano il discorso della rappresentazione bidimensionale del corpo architettonico.
Il prospetto infatti non è altro che un disegno costituito da linee generate dalla sola proiezione delle parti dell’ edificio su di un piano verticale posto all’ esterno dell’ edificio stesso e possiamo quindi facilmente immaginare come sia costituito da linee graficamente sottili o sottilissime, una pianta di copertura non è altro che un prospetto orizzontale che osserva il corpo architettonico dall’ alto, una sezione verticale o sezione prospetto è costituita come la pianta da parti sezionate e parti proiettate con la differenza che in quest’ ultimo caso il piano di sezione è per l’appunto posto in verticale.
A volte il piano di sezione si presenta costituito a baionetta ovvero composto da più piani paralleli sfalsati tra loro ma il disegno finale è reso graficamente come se fosse generato da un unico piano.
Che si parli di piante o di sezioni una piccola precisazione sulla scala metrica del disegno tecnico è dovuta.
Durante la nostra rappresentazione analitica, il rilievo, o la nostra elaborazione creativa, il progetto, ci si serve infatti di scale metriche diverse anche molto distanti tra loro con le quali possiamo rappresentare genericamente una tipologia architettonica in pianta o indagarne le sue parti fin nel particolare studiando un dettaglio architettonico. Cosi una scala metrica tipo 1:50 ci servirà per rappresentare una casa in pianta nel suo insieme e disegni in scala 1:5 o addirittura 1:2 o 1:1 o 2:1 saranno utili per indagarne le caratteristiche nel dettaglio, disegnando i particolari nelle loro dimensioni reali o addirittura ingrandite per meglio comprenderne la natura.
Gli strumenti del disegno tecnico bidimensionale erano il foglio di carta, la matita, la gomma, le squadrette, la riga il compasso e in tempi più recenti il tecnigrafo in quella che tuttavia era una vera e propria attività amanuense, proprio come i frati che nel medioevo copiavano i testi classici per tramandarli ai posteri, rendendo di fatto il disegno tecnico unico e spesso irriproducibile se non a scapito di ulteriore attività amanuense. Da qualche decennio tuttavia lo scenario è completamente cambiato e computer e software specifici, plotter, mouse, scanner e stampanti hanno sostituito quel mondo rendendolo automatico ed altamente informatizzato.
Il tecnigrafo, strumento di lavoro nobilissimo costituito da due righe ortogonali libere di scorrere su due binari in orizzontale e verticale su, montate con un goniometro su di un tavolo che poteva essere posizionato in verticale, orizzontale o in obliquo per facilitare l’ attività grafica del disegnatore è stato soppiantato infatti dal Cad che ha di fatto liberato il disegno dalla sua unicità rendendolo facilmente modificabile e di fatto riproducibile all’ infinito senza sforzo.
Ovviamente il contenuto del linguaggio grafico, altamente normato ed unificato, è rimasto lo stesso nonostante il progresso tecnologico e ancora oggi i disegni vengono stampati su fogli di carta mediante plotter o riprodotti virtualmente sullo schermo del computer smaterializzando il foglio sotto forma di immagini, per cui parliamo ancora oggi, almeno per il momento, di piante e sezioni nei termini descritti con semplicità in precedenza.